SLIDING DOORS

La luce del nuovo giorno

L’ultimo giorno dell’anno. Arriva sempre quel momento in cui tutti dobbiamo fare una sorta di bilancio della nostra vita. Che sia quotidiano, intimo, lavorativo, dopo un evento o dopo un percorso. Arriva per tutti quel momento. Per me l’ultimo giorno dell’anno equivale sempre alla fine di un capitolo. Infatti scrivo l’ennesima pagina della mia vita. Che poi equivalga o meno alla fine di un capitolo, lo dirà solo il futuro. Quello che sta per terminare è stato un anno intenso. A livello emotivo e a livello sportivo soprattutto. E tutto è accaduto nello spazio di qualche giorno. Sul calendario la settimana di aprile che accompagna al primo di maggio, è cerchiata in rosso. La vittoria del campionato di Eccellenza e l’approdo in serie D, una gioia infinita, una soddisfazione professionale, un obiettivo inatteso che lancia a tutti noi una nuova sfida. E poi il mio 44^ compleanno. Giorno che ricorderò per sempre, per la sorpresa che mi è stata fatta, per le lacrime di gioia che ho visto scorrere, per la riunione delle anime care, in attesa di quella globale che, di fatto, si è appena conclusa. Non entro volutamente nel merito, tanto chi ha vissuto con me quei momenti, sa di chi o cosa io stia parlando. Ma torniamo ai bilanci di fine anno, a quella voglia di chiedersi: ma se fosse andata diversamente? Se avessimo fatto scelte diverse? Ed ecco il concetto cinematografico di Sliding Doors, con la grande curiosità di sapere se, la scelta fatta la bivio sia stata, effettivamente, la migliore. Ho una certezza: il 2018 è stato un anno di soddisfazioni, che però hanno lasciato il mio Io in un angolo dimenticato. Ho scritto troppo poco, mi sono dedicata troppo poco a me stessa. Ho realizzato molti altri progetti, ma in questo modo mi sono dimenticata di me. E così voglio che da domani, Giulia torni ad essere la protagonista della propria vita. Basta accantonare sogni, progetti, appuntamenti o banali impegni. Ogni cosa dovrò affrontarla con la convinzione di star facendo qualcosa di utile, sì, ma di importante anche per me stessa. Non pensiate che io stia parlando di chissà che stravolgimenti. Vorrei solo trovare il tempo per fare quelle cose che mi piace tanto fare, leggere ad esempio. Scrivere, ad esempio. Condividere le mie ore libere con le persone a me care. E qui veniamo al punto dolente di quello che è ormai la cornice della mia vita da anni. Lavoro in un mondo prettamente maschile: ed è una gran fortuna da un certo punto di vista. Ma questo mondo, nonostante tutto, talvolta mi emargina. La solitudine non mi spaventa e mai lo farà… fino a quando saprò chi sono, cosa voglio e soprattutto fino a quando avrò la consapevolezza di poter avere energie a sufficienza per gestire ogni singolo evento. Ma la felicità è altra cosa. Mi mancano alcuni stimoli che prima avevo e che ora sono io a dover dare. Mi manca il confronto con persone che abbiano in comune con me l’approccio alla vita, alle persone, la passione per ciò che faccio. Mi manca talvolta, sentirmi parte integrante e a tutto tondo di ogni minimo dettaglio. Mi manca l’approccio culturale con menti pensanti e con cuori traboccanti di passione. Non è giusto generalizzare, ma a volte è più semplice. Voglio togliere le negatività imperanti nella mia quotidianità, voglio tornare libera di scegliere cosa fare e a chi dedicare la mia attenzione. E non è cosa facile, anzi. E’ impresa titanica, perché la vita ci costringe al compromesso per poter andare avanti. Ma io di certi compromessi voglio poter fare a meno, soprattutto in un campo, come quello degli affetti, dove l’unico compromesso deve essere la felicità e la realizzazione personale. Così voglio approcciarmi a questo 2019 con la consapevolezza di essere una persona che conosce perfettamente ogni sfaccettatura del proprio essere. Voglio tornare ad aprire le porte a ciò che di bello la vita può regalarmi. Dovrei farlo senza pormi troppe domande, senza avere la presunzione di poter progettare tutto nel minimo dettaglio. A volte lasciarsi guidare dal carpe diem è la cosa migliore per godere appieno delle opportunità che la vita mi propone. Devo imparare a lasciarmi scivolare addosso le responsabilità di altri, voglio tornare a potermi concedere, come persona, solo a chi si dimostra degno della mia attenzione. Solo a chi si può prendere cura delle mie fragilità e a chi sa capire i miei limiti per farli diventare punti di forza. Basta rapporti di facciata, basta guerre di carattere. Quel sorriso che mi è stato ridato, deve essere il leit motiv della mia esistenza. Difficile. L’obiettivo che mi sto ponendo è come affrontare una maratona in salita, una partita contro vento, una discesa senza freni. Ho bisogno di persone che possano arricchirmi, che non mi trattino come spugna pronta ad assorbire tutti i loro problemi, le loro ansie, le loro preoccupazioni. Devo scegliere, voglio scegliere di mettermi al primo posto nella lista delle priorità. Voglio tornare ad essere considerata snob, se questa sensazione è scaturita, come in passato, dal mio atteggiamento atto a circondarmi solo delle cose che mi fanno star bene. In questo senso, e solo in questo, voglio che quelle sliding doors siano sempre lì, davanti a me, a ricordarmi che esiste sempre la seconda versione della stessa storia, ma che quella che ho scelto di vivere è la mia vita. E non quella che altri vorrebbero per me.

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